Sicurezza nelle scuole
– Onorevole Aprea*, l’ascoltatore ci ha ricordato che le norme di sicurezza prevedono che la capienza massima dei locali dipende dal numero delle porte di accesso. Come risponde all’osservazione che l’incremento del numero di alunni per classe previsto dal decreto Gelmini potrebbe portare ad una violazione di questi limiti in molti edifici scolastici?
– “Certo lo Stato non può andare contro le leggi che sono ora previste per l’agibilità: se si dovesse decidere di aumentare il numero degli alunni per classe bisognerà rivedere i criteri di agibilità delle classi e dei plessi. Su questo non c’è dubbio”.
(da Radio Anch’io, 25 novembre 2008)
In altri termini, per la rappresentante del PdL le norme di sicurezza sono una variabile dipendente delle scelte governo in materia di risorse per l’istruzione.
* On. Valentina Aprea (PdL), presidente della commissione Cultura della Camera, già sottosegretario all’Istruzione.
Il Burattinaio
«Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d’autore. La giustizia, la tv, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto trent’anni fa».
Con queste parole il 23 settembre 2003 si apriva l’intervista di Concita Di Gregorio a Licio Gelli, per uno strano scherzo del caso pubblicata su La Repubblica proprio il giorno in cui tutta l’Italia si svegliava vittima del blackout.
La storia del Venerabile Maestro della Loggia massonica P2, dalle esperienze lunghe mezzo secolo al fianco dei dittatori in Europa e Sudamerica, ai reiterati sospetti di coinvolgimento personale nei peggiori eventi della storia italiana del dopoguerra, sino alla guida dell’associazione segreta infiltrata in tutti i principali luoghi del potere (politico, militare, economico, dell’informazione), e alla condanna per depistaggio nella strage di Bologna, è materia che non può essere riassunta adeguatamente in poche righe.
Tre sole pagine, invece, furono sufficienti a Gelli per delineare il suo Piano di Rinascita Democratica, una via di mezzo tra un memorandum e un manifesto politico che fissava il percorso di riforme per una svolta autoritaria in Italia. E’ a quel piano che Gelli fa riferimento quando invoca il suo diritto d’autore per quello che accade in Italia in questi ultimi anni.
Non mi dilungherò ad analizzare le singole misure prescritte dal documento di Gelli, e a verificare che – per uno strano scherzo del caso – esse somigliano a programmi o riforme già attuate in questi anni da governi in qualche modo contigui all’esperienza della P2. Ritengo più interessante interrogarsi sulle ragioni per cui l’ex Venerabile, a 89 anni, ha deciso di rilasciare proprio adesso delle interviste che andranno a costituire un programma televisivo in più puntate sulla storia d’Italia. Il polverone mediatico, e le molte dichiarazioni allarmate (da parte della sola opposizione: chissà perché, oggi Cicchitto tace) hanno infatti dato nuova linfa al dibattito attorno alla non specchiata natura democratica di questo governo. Gelli, che agì sempre in funzione anticomunista, si è convertito alle ragioni della sinistra ed elogia Berlusconi perché vuole indebolirlo? O intende, viceversa, agitare lo straccio allo scopo di accrescere la contrapposizione nel Paese e radicalizzare gli animi, come fa un qualunque agente provocatore?
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