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Archive for novembre 2008

Sicurezza nelle scuole

martedì 25 novembre 2008 14 commenti

– Onorevole Aprea*, l’ascoltatore ci ha ricordato che le norme di sicurezza prevedono che la capienza massima dei locali dipende dal numero  delle porte di accesso. Come risponde all’osservazione che l’incremento del numero di alunni per classe previsto dal decreto Gelmini potrebbe portare ad una violazione di questi limiti  in molti edifici scolastici?

– “Certo lo Stato non può andare contro le leggi che sono ora previste per l’agibilità: se si dovesse decidere di aumentare il numero degli alunni per classe bisognerà rivedere i criteri di agibilità delle classi e dei plessi. Su questo non c’è dubbio”.

(da Radio Anch’io, 25 novembre 2008)

In altri termini, per la rappresentante del PdL le norme di sicurezza sono una variabile dipendente delle scelte governo in materia di risorse per l’istruzione.

* On. Valentina Aprea (PdL), presidente della commissione Cultura della Camera, già sottosegretario all’Istruzione.

La notte di Obama (speriamo)

martedì 4 novembre 2008 11 commenti

Oggi gli Stati Uniti votano il loro presidente, che guiderà il Paese per quattro anni a partire dal prossimo gennaio. Per la successione a George W. Bush, che il premio Nobel Paul Samuelson definito “il peggior presidente americano degli ultimi 200 anni”, si fronteggiano il democratico Barack Obama e il repubblicano John McCain.

Quest’ultimo, un anziano WASP veterano di guerra, pur incarnando il profilo più tradizionale degli Stati Uniti, non è tuttavia figlio della destra religiosa che fu spina dorsale degli elettori del predecessore. Nonostante i tentativi di accreditarsi di una linea politica differente da quella di Bush, la sua incerta campagna elettorale non ha segnato una cesura sufficientemente netta dalla politica di costui. Ha scelto come vice Sarah Palin, probabilmente l’unica persona in grado di far rimpiangere Bush figlio.

Il favorito delle elezioni è perciò Barack Obama, figlio della Nuova America, giovane e carismatico candidato in grado di presentarsi come interprete di un Paese più aperto e più solidale, con più fiducia nel futuro. Molto del favore con il quale la stampa estera lo vede deriva dal sovvertimento dei luoghi comuni assicurato da “un nero alla Casa Bianca”, anche se in patria la questione razziale, accanto alla sua supposta inesperienza, può rappresentare soprattutto una debolezza. Il notevole carisma personale lo ha accreditato come interprete di un nuovo sogno americano (non a caso il suo slogan è stato change: we can believe in). Il mondo può solo augurarsi che la simpatia e la fiducia si rivelino ben riposte alla prova dei fatti.

Il Burattinaio

sabato 1 novembre 2008 30 commenti

«Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d’autore. La giustizia, la tv, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto trent’anni fa».

Con queste parole il 23 settembre 2003 si apriva l’intervista di Concita Di Gregorio a Licio Gelli, per uno strano scherzo del caso pubblicata su La Repubblica proprio il giorno in cui tutta l’Italia si svegliava vittima del blackout.

La storia del Venerabile Maestro della Loggia massonica P2, dalle esperienze lunghe mezzo secolo al fianco dei dittatori in Europa e Sudamerica, ai reiterati sospetti di coinvolgimento personale nei peggiori eventi della storia italiana del dopoguerra, sino alla guida dell’associazione segreta infiltrata in tutti i principali luoghi del potere (politico, militare, economico, dell’informazione), e alla condanna per depistaggio nella strage di Bologna, è materia che non può essere riassunta adeguatamente in poche righe.

Tre sole pagine, invece, furono sufficienti a Gelli per delineare il suo Piano di Rinascita Democratica, una via di mezzo tra un memorandum e un manifesto politico che fissava il percorso di riforme per una svolta autoritaria in Italia. E’ a quel piano che Gelli fa riferimento quando invoca il suo diritto d’autore per quello che accade in Italia in questi ultimi anni.

Non mi dilungherò ad analizzare le singole misure prescritte dal documento di Gelli, e a verificare che – per uno strano scherzo del caso – esse somigliano a programmi o riforme già attuate in questi anni da governi in qualche modo contigui all’esperienza della P2. Ritengo più interessante interrogarsi sulle ragioni per cui l’ex Venerabile, a 89 anni, ha deciso di rilasciare proprio adesso delle interviste che andranno a costituire un programma televisivo in più puntate sulla storia d’Italia. Il polverone mediatico, e le molte dichiarazioni allarmate (da parte della sola opposizione: chissà perché, oggi Cicchitto tace) hanno infatti dato nuova linfa al dibattito attorno alla non specchiata natura democratica di questo governo. Gelli, che  agì sempre in funzione anticomunista, si è convertito alle ragioni della sinistra ed elogia Berlusconi perché vuole indebolirlo? O intende, viceversa, agitare lo straccio allo scopo di accrescere la contrapposizione nel Paese e radicalizzare gli animi, come fa un qualunque agente provocatore?

Nella foto in alto, Licio Gelli ai tempi della P2. La foto in basso, invece, è stata messa qui per uno strano scherzo del caso.