Il suggeritore
In un’intervista pubblicata oggi sul Quotidiano Nazionale, il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga così suggerisce di gestire la protesta della scuola e dell’università in Italia:
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero Ministro dell’Interno […]. Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che?
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano.».
Anche i docenti?
«Sopratutto i docenti».
Presidente, il suo è un paradosso, no?
«Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì».
Nota. Il testo dell’intervista è quello apparso sul giornale In molti siti, e per qualche ora anche su questo blog, è stata ripresa la versione originaria tuttora presente qui e diffusa, in modo sintetico, in una nota di agenzia della prima mattina. Secondo quella versione, Cossiga suggeriva di “massacrare senza pietà” i manifestanti, picchiandoli “a sangue“. Probabilmente, rileggendo la bozza dell’intervista prima che venisse pubblicata a stampa, il presidente emerito si è reso conto che i toni erano eccessivi: le emorragie, come è noto, imbrattano l’asfalto.
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